L’Etna presenta una combinazione rara e facilmente accessibile di paesaggi, di geodiversità e di fenomeni vulcanici. Per il suo valore scientifico, le bellezze naturali, culturali ed educative, è considerato un sito vulcanico rappresentativo.

Apparati vulcanici, tunnel di lava, campi di lava e grotte con particolari mineralizzazioni e altre morfologie, testimoniano la continuità di eruzioni dell’Etna nella storia umana.

Per la sua latitudine e altitudine, per la sua posizione insulare e per la sua imponente forma conica, si staglia contro il cielo, incomparabile a qualsiasi altro rilievo montuoso in tutto il bacino del Mediterraneo, per il suo clima e i suoi fattori meteorologici, per la sua morfologia con il suo aspetto unico e variabile legato sia all’attività vulcanica che alla degradazione esogena mostra paesaggi lavici mozzafiato, alternati a strati rocciosi e pendii, selvaggi e aspri; bellissimi coni di scorie e valli profonde con massicce pareti di lava. Questi aspetti testimoniano l’incessante attività vulcanica che, fin dai tempi antichi, ha caratterizzato il paesaggio geologico dell’Etna.

La sua genesi è strettamente legata all’evoluzione geodinamica del bacino del Mediterraneo.

La struttura, la chimica delle rocce vulcaniche, le condizioni climatiche e la presenza di piante e animali che interagiscono con il substrato, hanno determinato la storia evolutiva degli ecosistemi presenti sulle pendici dell’Etna.

La storia umana è testimone della sua intensa e persistente attività vulcanica generatrice di miti e leggende e di osservazioni naturalistiche che hanno reso l’Etna un sito di fama mondiale iconico.

Botanica


L’attuale vegetazione dell’Etna è determinata dall’influenza di vari fattori come la natura vulcanica del suolo, il clima e le attività umane.

Il paesaggio che ne deriva è particolare. Comunità vegetali vicine le une alle altre possono essere del tutto differenti: accanto a boschi e praterie possiamo vedere campi coltivati e nere distese di lave recenti. Su queste ultime la vita vegetale è costretta a ripartire da zero, riavviando il lento ma tenace processo di colonizzazione, anche con la possibilità che nuovi eventi eruttivi lo azzerino per imporre un ulteriore riavvio, in un ciclo senza fine.

Alle alte quote si affermano piante endemiche, cioè esclusive dell’Etna perché specificamente adattate a questi ambienti difficili.

In relazione all’altitudine, è possibile identificare diverse fasce di vegetazione. Dai 1000 ai 1450 m sul livello del mare incontriamo la fascia Sopra-Mediterranea caratterizzata dalla presenza di Querce caducifoglie e sempreverdi, Pino e Castagno. Le pinete di Pino laricio nei secoli sono state favorite dall’uomo mentre il Castagno è stato proprio introdotto dall’uomo. Dai 1450 ai 2000 m sul livello del mare, ci troviamo nella fascia Montano-Mediterranea,

detta del Faggio. Questa specie sull’Etna ha i popolamenti più meridionali d’Europa e, nel contempo, raggiunge le quote più elevate, crescendo fino ai 2300 m.

Le attuali faggete, oggi molto frammentate, sono un relitto di quelle ben più estese presenti durante l’ultima glaciazione, quando il clima era più umido e freddo.

Nella stessa area, sul versante orientale è presente la Betulla, Betula aetnensis, considerata dagli studiosi specie endemica.

Dai 2250 m sul livello del mare fino ai limiti della vegetazione pioniera c’è la fascia Alto-Mediterranea, caratterizzata da una vegetazione discontinua dominata dai cuscini di Spinosanto Astragalus siculus, altra specie endemica. L’area più elevata è formata da comunità molto povere di piante pioniere. Sui costoni rocciosi crescono, il Crespino Berberis aetnensis e il Ginepro Juniperus hemisphaerica e, più in basso, la Ginestra dell’Etna Genista aetnensis e l’Adenocarpus bivonii. Sopra i 2450 m sul livello del mare la vegetazione diventa sempre più sporadica ed è formata da specie pioniere endemiche come Rumex aetnensis, Anthemis aetnensis e Senecio aetnensis. Alla quota di 2900-2950 m sul livello del mare, le poche piante specializzate a vivere in queste difficili condizioni sono costantemente sottoposte alla continua

produzione di gas e materiali rocciosi di diversa grandezza.

Al di sopra di questa quota, nessuna forma di vita vegetale riesce a sopravvivere: è questa la zona dei coni terminali, dai 30003050 m fino alla cima. Questa ultima fascia è definita “deserto vulcanico”, qui il vulcano regna indisturbato.

Zoologia


L’Etna è un territorio unico in Europa e nel Mediterraneo: foreste, aree umide, praterie, costoni rocciosi formano un mosaico ambientale esclusivo. Per tale ragione la fauna etnea è ricca e diversificata, inoltre alcune specie mostrano specifici adattamenti ecologici.

Attualmente la fauna etnea è costituita da circa 800 specie di vertebrati e invertebrati. Molti mammiferi in via di estinzione hanno trovato rifugio sulle pendici del vulcano, così è accaduto al Gatto selvatico, all’Istrice, alla Martora, alla Crocidura, il minuscolo Toporagno siciliano.

In particolare, nel territorio del Parco dell’Etna le popolazioni di Gatto selvatico, un carnivoro molto raro e quasi scomparso nel corso dell’ultimo secolo, sono in evidente incremento.

Alle diverse quote, è possibile avvistare molti uccelli stanziali e migratori. Tra questi l’Aquila reale, la Coturnice dell’Etna, il Falco pellegrino, il mimetico Succiacapre, la Calandrella, le cui popolazioni sono in declino in molti paesi europei. Specie di rilevante interesse sono il piccolo Codibugnolo siciliano, che alcuni autori considerano specie endemica siciliana, e il Crociere che vive nelle pinete etnee a Pinus laricio.

Sull’Etna sono presenti nove specie di rettili che richiedono una protezione rigorosa, fra questi la Testuggine di Hermann e quella acquatica.

Il maggior numero di specie endemiche è fra gli insetti. Fra i Coleotteri alcune specie hanno messo a punto specifici adattamenti come il Lionychus fleischeri focalirei (Carabidae) che vive alle quote elevate nei canali di scorrimento delle acque, il Medon perniger fraudulentum (Staphylinidae) che vive nei boschi, Buprestis aetnensis (Buprestidae) tipico delle pinete e l’Attalus aetnensis (Melyridae), comune nelle praterie montane. Fra i Lepidotteri, l’Aurora dell’Etna Anthocaris damonae, presente solo sul nostro vulcano, e la

piccola Lysandra icarius, osservata in Sicilia esclusivamente presso il Rifugio Citelli.

Questa biodiversità animale, di grande interesse culturale e scientifico, costituisce un patrimonio per le successive generazioni e deve essere preservata insieme agli ambienti che la ospitano. Habitat di particolare importanza faunistica sono le grotte vulcaniche che si sono originate in diverse epoche, dalla preistoria fino a oggi.

Nelle numerose grotte etnee vivono molti animali che si sono adattati alla vita ipogea. Uno studio condotto in 36 grotte ha portato a scoprire 65 specie, 35 delle quali vivono solo in grotta. Molte di esse sono relitti di specie estinte fuori dall’ambiente sotterraneo e la loro presenza rende le grotte etnee habitat preziosi che richiedono una specifica protezione.