Il gatto selvatico Europeo (Felis silvestris silvestris) presenta una distribuzione molto ampia in Europa ed è classificato come “least concern” (specie a rischio minimo) dalla IUCN, anche se le popolazioni sono in declino in tutto l’areale. E’ compreso nella lista rossa dei vertebrati italiani e, a livello legislativo, è inserito nella direttiva Habitat della comunità Europea.
In Sicilia vive l’unica popolazione mediterranea che non è il risultato del’introduzione dell’uomo e, aspetto ancor più importante, in un recente studio è stato evidenziato che il patrimonio genetico di questa popolazione insulare è chiaramente divergente rispetto alle popolazioni italiane continentali, rendendo di fatto questa popolazione una distinta unità di conservazione. La condizione di insularità accentua ancor di più la necessità di conservare questa popolazione in stato ottimale infatti, se si estinguesse sarebbe persa per sempre.
Per questi motivi, il 27 Maggio 2015 è iniziato il progetto di ricerca sul gatto selvatico europeo all’interno del Parco dell’Etna in collaborazione con il Dipartimento STEBICEF dell’Università di Palermo sotto la responsabilità scientifica del Prof. Mario Lo Valvo. É coinvolto nel progetto anche il Dipartimento di Scienze Veterinarie dell’Università di Messina (Prof. Emanuele Brianti) per delineare il profilo parassitologico della popolazione dai campioni di escrementi.
Sono state usate 18 fototrappole grazie alla gentile collaborazione offerta dalla Ripartizione Faunistico Venatoria di Catania.
Durante l’anno 2018 la ricerca è proseguita sempre in collaborazione con il Dipartimento STEBICEF dell’Università di Palermo, ma questa volta con l’obiettivo di delineare la status attuale del gatto selvatico, del coniglio selvatico e della coturnice di Sicilia nel territorio del Parco dell’Etna, mediante elaborazione di dati di campo.
Di seguito alcune pubblicazione scientifiche realizzate sulla base dei risultati dell’attività di ricerca scientifica finanziata dal Parco