La Grotta del Gelo, probabilmente la più nota grotta vulcanica dell’Etna per il fascino esercitato sui visitatori dalla presenza di ghiaccio perenne al suo interno, piuttosto insolito alla sua latitudine e in forte contrasto con l’ambiente arido del vasto campo lavico in cui si apre, richiama sempre più escursionisti. Tale incremento di visitatori ha fatto aumentare la preoccupazione per gli effetti della presenza umana sulla conservazione della massa glaciale e, in tal senso, nel 1997 è stato eseguito il primo monitoraggio microclimatico nell’ambito di una prima collaborazione tra l’Ente Parco dell’Etna e il Centro Speleologico Etneo.
Il 21 giugno 2013 il “Mount Etna” veniva iscritto nella World Heritage List Unesco. In seguito alle specifiche indicazioni del Comitato per il Patrimonio mondiale dell’Umanità l’Ente Parco dell’Etna ha partecipato alla procedura di selezione dei progetti per i finanziamenti ai siti UNESCO ai sensi della L.77/2006 con il progetto “Rafforzamento della capacità di gestione del sito UNESCO Monte Etna” che, nel secondo modulo, azione 2, attività D, E,G dell’allegato A, ha previsto l’approfondimento e la prosecuzione del primo monitoraggio ambientale. Il 22 novembre 2017 è stata sottoscritta una specifica convenzione con il Centro Speleologico Etneo, per una migliore gestione della fruizione in accordo alle raccomandazioni dell’IUCN e come previsto dal Piano di Gestione e dal Programma Triennale dell’Ente Parco.
I risultati del più esteso e articolato monitoraggio finora realizzato sull’evoluzione della massa glaciale presente all’interno della Grotta del Gelo ha confermato le risultanze ottenute nei monitoraggi precedenti (1997-2017) ed ha soprattutto consentito di dare maggior rigore all’ipotesi dell’influenza del vento e confermare sia il meccanismo generale di formazione e mantenimento del ghiaccio, sia il trend di riduzione della massa glaciale terminale.
Ha inoltre evidenziato i fenomeni di variazione della circolazione idrica e gli scambi energetici esistenti tra il lago mediano ed il resto del sistema ipogeo nel mantenimento del freddo e nella fusione del ghiaccio terminale in caso di tracimazione. Inoltre, la riduzione di 6 m3/anno della massa glaciale corrispondente ad un’energia media assorbita dal sistema di 5 MJ al giorno, ha reso poco significativo il calore trasferito dalla presenza umana e allo stesso tempo di capire una continua abrasione del substrato ghiacciato ad opera dei ramponi degli escursionisti può accelerare i tempi di fusione.
La pubblicazione bilingue riporta i risultati del monitoraggio sull’evoluzione della massa glaciale presente all’interno della Grotta del Gelo, che consentiranno di capire quali interventi saranno necessari per preservare questo piccolo ma significativo ghiacciaio, vero gioiello nel Parco dell’Etna.