Percorrendo i sentieri del Parco ci troviamo spesso immersi nel bosco: sentiamo che i nostri passi fanno crepitare le foglie secche che ricoprono il terriccio umido, morbido e profumato. Guardandoci attorno vediamo alberi, arbusti, piante che si arrampicano lungo i tronchi e i rami, altre che strisciano sul terreno e ancora erbe, ciuffi di felci, morbidi tappeti di muschi, crostosi licheni che ricoprono rocce e tronchi ormai secchi, perforati e rosicchiati. Incontriamo tanti animali, sentiamo il canto degli uccelli e il ronzare degli insetti, osserviamo orme e tracce.
Filmato LisGiorni Nostri
I boschi dell’Etna
Descrizione
Approfondimenti
Scopriamo che il bosco è una ricca comunità di specie vegetali e animali in continua evoluzione, legate tra loro da una intricata ragnatela di relazioni e profondamente connesse al luogo che le ospita. Il bosco ci appare come un laboratorio a cielo aperto dove le piante verdi catturano l’energia del sole e la trasformano in energia chimica: utilizzano le semplici sostanze assorbite dalle radici e dalle foglie per produrre legno, foglie, fiori, frutti, radici. In questo lavoro di produzione le piante liberano un prodotto di scarto indispensabile alla nostra vita: l’ossigeno. Così Pini, Castagni, Lecci, Querce, Faggi, Betulle, Ginestre dell’Etna e tante altre specie del sottobosco e dei prati che popolano le vecchie lave e lavorano tutte lavorano tutte per assicurarci un ambiente più pulito e sano, dove vivere meglio. Filmato LIS
Nel tempo molte cose sono cambiate: i magnifici boschi che ricoprono ancora oggi una parte della nostra “Muntagna” sono solo un ricordo della foresta dei secoli passati. Intorno all’anno mille il bosco di Catania arrivava fino alle mura della città, fino alla Barriera del Bosco e i piccoli borghi costruiti al di fuori delle mura vennero chiamati “villaggi del bosco”. Sono pochissime le piante secolari che sono arrivate fino a noi. Una parte determinante nella riduzione dei boschi si deve all’uomo. Già nel 1800 Salvatore Scuderi scriveva “e difatti le sterminate foreste che dalle falde settentrionali del monte, e dalle balze di Collebasso s’inoltravano fina presso le mura di Castiglione, furono, dal 1500 in poi, atterrate per convertirne i terreni in campi arabili”. Filmato LIS
Oggi abbiamo l’impegno di proteggere i preziosi boschi superstiti come pure le diverse fasi della colonizzazione delle lave, l’istituzione del Parco naturale e l’inserimento della sua parte più importante fra i beni naturalistici Patrimonio dell’Unesco rendono concreto questo impegno. Filmato LIS