Per cercare di capire l’inizio dell’affascinante storia di questo complesso vulcanico poligenico, cercheremo di fare un brevissimo viaggio nel tempo trasportandoci nel Pleistocene medio-inferiore attraverso le informazioni paleontologiche, paleoclimatiche e geologiche in nostro possesso e che possiamo osservare nei musei dei Dipartimenti di Scienze della Terra delle Università di Catania e Palermo. In questo periodo remotissimo per noi, 570.000 anni fa, ma molto breve rispetto all’età del nostro pianeta (stimata in oltre 4 miliardi e 600 milioni di anni), hanno avuto inizio le prime manifestazioni eruttive. Se ci trovassimo a guardare l’area nella quale siamo soliti vedere gli abitati di Acicastello, Acitrezza, Capo Mulini, osserveremmo un immenso golfo marino, dove delle eruzioni sottomarine avrebbero creato quegli inconfondibili scenari geografici che oggi siamo soliti vedere.
Sviluppata, modificata, distrutta e ricostruita attraverso una molteplicità di eventi geologici che si sono succeduti nel corso di molte decine di migliaia di anni, questa speciale “finestra astenosferica” rappresenta una risposta al complesso processo di convergenza litosferica tra la placca africana a Sud e quella euroasiatica a Nord, nonché ai molteplici eventi geodinamici che hanno caratterizzato il bacino del mediterraneo, nel corso di decine di centinaia di migliaia di anni. Questi eventi hanno da sempre colpito, intimorito, affascinato l’uomo e hanno ispirato miti, leggende e credi religiosi.
Le migliaia di colate di lava, le immense quantità di scorie, ghiaie, ceneri e tufi emesse nel corso dell’incessante attività vulcanica di questa straordinaria macchina termodinamica naturale, hanno distrutto e in alcuni casi sigillato o semplicemente nascosto per sovrapposizione stratigrafica, i resti dei vari centri eruttivi preesistenti.