120.000 65.000 anni fa

Vulcani di età diversa in una grande valle

Descrizione

Tra i 120 e 65 mila anni fa, un cambiamento ancora più radicale dell’attività vulcanica, portò alla formazione di diversi coni vulcanici di forma ed età differente tra cui l’imponente Trifoglietto che occupava quasi completamente l’attuale Valle del Bove, comparsa invece solo circa 9200 anni fa, come hanno calcolato gli studiosi.

Spesso, il magma fluido era spinto all’interno di vecchie fessure verticali e, solidificandosi, formava compatte pareti di roccia chiamate “dicchi” che ancora oggi osserviamo visitando questa straordinaria valle sul fianco orientale dell’Etna.

Filmato Lis

Approfondimenti

Dei tanti Vulcani di questo periodo rimangono oggi solo poche scheletriche tracce costituite da antichi costoni rocciosi chiamati “serre” e formati prevalentemente da dicchi. Così accade per la Serra del Salifizio, dove evidentemente abitavano molti “salifizi” cioè piccoli scorpioni, o per la Serra delle Concazze, la Serra Perciata e la Serra Cuvigghiuni dalle caratteristiche forme. Filmato LIS
Proprio la Serra del Salifizio a sud e quella delle Concazze a Nord delimitano l’enorme anfiteatro naturale chiamato Valle del Bove che occupa una grande parte del versante orientale dell’attuale Etna. In questa Valle, nel corso dei millenni, innumerevoli colate laviche si sono sovrapposte, variandone l’aspetto. Alcune colate laviche hanno coperto parte della vegetazione formando delle vere e proprie isole vegetali chiamate “dagale”. Oggi, dove esistevano questi vulcani, rimangono enormi complessi rocciosi chiamati Rocche come la Musarra e la Capra, quest’ultima dal caratteristico colore rossiccio rispetto alle nere lave che la circondano. Alcune rocche hanno assunto forme particolari tanto da meritarsi il nome di castello (Castello della Giannicola). Filmato LIS
Dopo la glaciazione, il mare tornò a salire e raggiunse il massimo livello (+7 m), sommergendo il collegamento con Malta e isolando nuovamente la Sicilia, che appariva molto simile a quella attuale. Durante quest’epoca molto calda si diffuse la presenza di un elefante di piccola taglia. Un po’ più avanti, arrivarono anche i bisonti e i predatori terrestri: lupi, iene maculate, orsi e anche leoni. Questi mammiferi, insieme a buoi primigeni, asini selvatici, cinghiali, caprioli, volpi e uccelli colonizzarono rapidamente i boschi dell’Etna, come testimoniano alcuni resti di ossa fossili trovate all’interno di depositi fluviali intorno all’Etna. La fauna siciliana era molto più ricca della precedente, e si diffuse in tutta l’isola, colonizzando diversi ambienti, come le grotte dove sono stati ritrovati numerosi resti animali. Erano presenti anche roditori, tartarughe, ricci, pipistrelli, lucertole e tanti uccelli, come falchi, coturnici, galliformi endemici, quaglie, colombe e beccacce. Filmato LIS